Innovazione nell'HR

Startup HR Tech: quando l’AI aiuta a gestire i talenti puntando sulle soft skill. La storia di Yobs

La startup fondata nel 2016 in California da due giovani imprenditori europei, il francese Raphael Danilo e l’italiano Federico Dubini, ha sviluppato una soluzione che, partendo dalla rilevazione di oltre 400 parametri nelle video interviste, elabora i performance driver di ogni organizzazione e aiuta l’HR a prendere le decisioni rispetto ai candidati e a individuare i profili migliori. L’idea ha convinto i soci di Italian Angels for Growth, che ha investito 280mila euro

Pubblicato il 16 Gen 2020

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Una delle nuove tendenze in ambito HR è la collaborazione sempre più spinta tra aziende e startup tecnologiche. L’obiettivo? Individuare nuovi approcci organizzativi, flessibili e focalizzati sui singoli individui, sulle loro capacità e potenzialità.

Uno degli ambiti sperimentali su cui stanno lavorando le startup HT Tech è quello della talent decision. È il caso di Yobs Technologies, startup fondata nel 2016 in California da due giovani imprenditori europei, il francese Raphael Danilo e l’italiano Federico Dubini, che punta a punta ad affermarsi nel mercato del talent acquisition e del talent management.

«Il primo asset di ogni azienda sono le persone – ha dichiarato Federico Dubini -. Il nostro obiettivo è aiutare le aziende a valorizzare i talenti lungo il loro life time all’interno dell’organizzazione: dalla selezione, all’internal mobility, fino all’outplacement. Il tutto grazie a soluzioni in grado di capitalizzare correttamente la ricchezza dei dati».

Yobs ha collaborato con dipartimenti di Industrial Psychology, esperti di Data Science e HR per trovare nuove soluzioni – basate sull’analisi dei dati – a supporto dei processi di talent decision delle grandi aziende. Le analisi preliminari condotte hanno mostrato che oggi personalità, soft skill ed emotional intelligence sono i parametri che consentono di fare delle previsioni sulle performance dei candidati e delle persone che lavorano nella organizzazioni.

«La mancanza di dati dietro i processi di talent decision è sempre stato l’ostacolo principale alla crescita organica delle aziende – hanno sottolineato i due soci fondatori di Yobs -. Da un lato ci siamo trovati davanti un mercato HR affollato e frammentato, dall’altro abbiamo rilevato che le hard skill richieste dalle aziende continuano a cambiare, mentre le soft skill sono diventate la chiave di valutazione per individuare potenzialità e fit dei candidati».

Trovando spunto da questa considerazione il team ha sviluppato una soluzione che, partendo dalla rilevazione di oltre 400 parametri da video interviste (espressioni facciali, grammatica, sintassi …), è in grado di elaborare i performance driver di ogni organizzazione e aiutare il dipartimento HR a prendere le decisioni rispetto ai candidati e a individuare i profili migliori, supportandoli con dati scientifici. Dalle simulazioni emergono performance di business interessanti: velocità di assunzione che cresce del 62%, il successo dei colloqui del 45% e la diversità dei talenti scelti del 61%.

«Dopo aver chiuso diversi contratti con aziende Fortune 2000s, ci siamo resi conto che non tutte avevano le infrastrutture necessarie per sfruttare il nostro tool al meglio. Scarsa rilevazione di dati, mancato uso di video, processi ancora molto destrutturati richiedevano l’adozione di diversi tools e processi prima ancora del nostro. Sviluppare un’API e iniziare a vendere il nostro prodotto agli operatori del settore si è dimostrato più interessante: è un mercato con più budget, più urgenza e con competenze tecniche e infrastrutture predisposte all’adozione immediata».

Yobs e il reale potenziale dell’AI…se utilizzata in modo opportuno

«Il mondo HR è molto ampio e frammentato. Noi ci occupiamo di Talent admission e Talent Management. Il nostro vertical è uno degli ultimi dipartimenti corporate ad essere stato digitalizzato e oggi è diventato un mercato molto ambito. È iniziata così una corsa alla ricerca di tool di ottimizzazione dei vari processi», hanno dichiarato i fondatori di Yobs.

Oggi molte decisioni vengono ancora prese in modo soggettivo. Anche dopo decenni di esperienza, è difficile conoscere e individuare performance drivers e potenzialità in diversi mercati, e in diverse posizioni. Le decisioni soggettive, inevitabilmente, rendono i processi molto lunghi, favoriscono pregiudizi espliciti e impliciti, impattano negativamente la performance e la crescita dei candidati.

«Quello che noi intravediamo è che c’è grande potenzialità di ottimizzazione dei processi a favore delle aziende, ma anche dei candidati. E l’Intelligenza Artificiale ha un ruolo primario. Tuttavia, tante nuove aziende che operano nel settore, senza ben capire cosa può fare e cosa no l’intelligenza artificiale, si ripromettono di sviluppare modelli di valutazione opachi e senza forti basi scientifiche e tecniche. Non sono riusciti a dimostrare l’impatto positivo che la tecnologia può avere e hanno scatenato allarmi di compliance. L’Intelligenza Artificiale ha bisogno di infrastrutture, dati e modelli costruiti con determinati processi. Le aziende devono adottare tali infrastrutture, processi per la rilevazione di dati, stabilire priorità interne, e road map di sviluppo con KPI chiari prima di cercare di adottare modelli di Intelligenza Artificiale senza avere le basi su cui essi possono operare», ribadiscono i fondatori di Yobs.

L’investimento di Italian Angels for Growth

L’idea sviluppata da Yobs ha convinto anche gli investitori italiani. La startup ha beneficiato, infatti, di un investimento di 280mila euro dai soci di talian Angels for Growth – IAG (che partecipa al Seed round di $2.0M della startup californiana) insieme a Fabio Mondini, partner investitore del network IAG.

«Da imprenditore italiano che opera all’estero sono molto felice di poter collaborare con Italian Angels for Growth – ha sottolineato Federico Dubini –. Nonostante l’Italia non sia uno dei mercati più forti nel digitale, rappresenta una grande opportunità. Molte aziende del nostro paese, operative a livello globale, hanno bisogno, più di altre, di ottimizzare i loro processi per competere a livello mondiale».

A convincere IAG è stato l’ave puntato sull’AI, come hanno affermato Roberto Montandon e Anna De Stefano, Soci IAG e Champion dell’investimento in Yobs: «Abbiamo ritenuto l’utilizzo dell’Artificial Intelligence per valutare le soft skill dirompente nel processo di reclutamento delle aziende. Per questo i soci IAG si sono impegnati a supportare i founder di Yobs sia investendo nell’azienda, sia supportandoli con contatti e know-how per accelerarne lo sviluppo commerciale. Il tutto ovviamente Privacy compliant anche con il GDPR».

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