Reportage

Startup HR Tech: un’ecosistema che porta l’innovazione aperta e condivisa nel mondo delle Risorse Umane

Un rapporto sempre più stretto lega le aziende alle startup tecnologiche. L’HR oggi può contare sul supporto di un numero sempre crescente di realtà che con le loro soluzioni innovative supportano la gestione operativa, i percorsi di carriera, la formazione, l’engagement dei talenti e il clima di lavoro. Su questo tema l’Osservatorio HR Innovation Practice del Polimi ha dedicato un workshop: ecco cosa è emerso

Pubblicato il 12 Dic 2019

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Le aziende moderne sono ecosistemi agili, che si muovono con estrema rapidità sul mercato. I contesti competitivi attuali sono fortemente sfidanti e vanno sostenuti con nuovi modelli organizzativi più flessibili, che vedono la partecipazione anche di realtà esterne e, in particolare, i fornitori di tecnologie digitali e le startup. In questo modo si gettano le basi per un’innovazione più aperta e condivisa, partecipata ed efficace.

È un rapporto sempre più stretto quello che lega le aziende alle startup tecnologiche. I dati dell’Osservatorio Startup Intelligence ci dicono che oggi in Italia il 35% delle grandi aziende collabora con le startup in una logica di Open Innovation, principalmente con l’obiettivo di accedere a tecnologie digitali innovative, ridurre il costo delle attività di ricerca e sviluppo interne e accorciare i cicli di time-to-market dei nuovi prodotti e servizi. La collaborazione con le startup favorisce l’adozione di paradigmi innovativi non solo di business, ma anche culturali. Nel caso in cui la collaborazione verta sulle risorse umane, poi, si crea un vero e proprio ecosistema, un circolo virtuoso in cui le startup mettono a disposizione delle aziende la loro conoscenza delle nuove tecnologie e delle opportunità che da queste derivano per migliorare la gestione delle HR. Negli ultimi anni, in effetti, è aumentato sensibilmente il numero di startup innovative che opera in quest’ambito; gli esperti del Polimi le identificano come HR Tech. Si tratta di realtà che si rivolgono in particolare alle grandi aziende con soluzioni e servizi basati su tecnologie digitali di ultima generazione come le Big Data Analytics, l’Intelligenza Artificiale, il mobile, i social e la Blockchain, per migliorare la gestione operativa delle risorse umane ma anche i percorsi di carriera, la formazione, l’engagement dei talenti e il clima di lavoro. A loro l’Osservatorio HR Innovation Practice ha dedicato un workshop, un pomeriggio di formazione e confronto che si è svolto alcuni giorni fa, dal titolo “L’ecosistema delle startup HR Tech: trend di innovazione ed esperienze di successo”.

I 3 trend che cambiano il rapporto organizzazione-dipendente

Negli ultimi anni abbiamo assistito alla diffusione di nuovi modelli di gestione delle HR più partecipativi e coinvolgenti, che attribuiscono al dipendente un ruolo attivo nei processi e nei percorsi che lo riguardano direttamente. Per realizzare questi nuovi approcci organizzativi, flessibili e focalizzati sui singoli individui, sulle loro capacità e potenzialità, l’azienda deve aprirsi verso l’esterno, in particolare verso le startup, e creare un ecosistema di innovazione più aperto e condiviso. Chiara Tamma, Analista dell’Osservatorio HR Innovation Practice, nel corso del workshop ha evidenziato come «nel mercato delle tecnologie HR, le startup si concentrano in prevalenza sugli ambiti dell’attrazione dei talenti, la formazione e lo sviluppo delle skill, che sono le aree sulle quali c’è anche il maggior fermento tecnologico».

Ed è proprio l’Osservatorio HR Innovation Practice a identificare i principali tech trend destinati a rivoluzionare il rapporto tra l’organizzazione e il lavoratore nei prossimi anni. «Anzitutto – ha spiegato il Direttore dell’Osservatorio HR Innovation Practice, Fiorella Crespi –, la gamification e le logiche di competition, che si diffondono in azienda, rappresentano oggi una delle chiavi più efficaci per ingaggiare il dipendente. In seconda battuta, spicca l’uso dell’Artificial Intelligence per massimizzare l’efficienza operativa in tutte le attività di gestione delle risorse umane, dal recruiting, all’onborading fino allo sviluppo dei talenti. Infine, non possiamo non citare l’Employee Digital Empowerment che è oggi in cima alle priorità dei Chief HR Manager, che responsabilizza il dipendente e lo rende parte attiva dei processi che lo riguardano supportandolo con tutti gli strumenti del caso».

La mappa delle startup HR Tech

Durante il workshop sono stati presentati anche i dati dell’Osservatorio HR Innovation Practice. La mappatura del mercato ha individuato in totale 1.103 startup attive, che hanno raccolto complessivamente 6,8 miliardi di dollari di finanziamento (6,2 milioni, in media, ciascuna). «Le soluzioni offerte da questi operatori cambiano radicalmente il ruolo della Direzione HR – ha commentato Martina Mauri, Ricercatrice Senior dell’Osservatorio HR Innovation Practice –. È, infatti, una gestione sempre più data driven quella che caratterizza oggi le risorse umane. La capacità di utilizzare in modo più efficace l’enorme quantità di dati a disposizione della direzione HR permette di creare percorsi che mettono le persone realmente al centro dei processi strategici aziendali. Ma anche il ruolo del dipendente si sta trasformando. Investito di un’autonomia finora impensabile, il lavoratore è oggi responsabile e parte attiva dei processi HR che lo vedono coinvolto».

L’analisi ha permesso di individuare le tecnologie attualmente più utilizzate in ambito HR: mobile, Big Data e Analytics, AI, social e Blockchain. L’Osservatorio ha mappato il panorama internazionale delle startup HR Tech e ha scoperto che il gruppo più numeroso (44%) opera nell’ambito dell’attrazione dei talenti. Le applicazioni più diffuse sono quelle di talent matching data driven, ovvero App e siti che sfruttano gli algoritmi di AI per identificare soft skill e attitudini non immediatamente visibili dall’analisi tradizionale del C.V., aiutando così l’azienda a trovare il candidato giusto per ogni singolo profilo vacante.

A distanza significativa (solo il 22% delle startup HR Tech opera in questo ambito) ci sono le realtà che innovano i processi amministrativi e favoriscono la collaborazione in team, soluzioni e servizi che permettono di velocizzare ed efficientare la gestione delle risorse, dall’onboarding fino all’uscita dall’azienda, e startup che offrono spazi di coworking o servizi di smart office condiviso.

Si concentra sull’area della formazione il 19% delle startup HR Tech, che offre servizi e soluzioni di aggiornamento continuo che sfruttano le tecnologie AI per organizzare al meglio i contenuti in relazione alle esigenze del singolo dipendente o manager, oppure mira a far emergere e potenziare le soft skill e le competenze trasversali, tipicamente quelle digitali.

Un gruppo ristretto di aziende (il 10% del totale delle startup monitorate) opera nel perimetro del welfare aziendale con tecnologie di employee engagement, inclusione, team building e gestione dei benefit. Una nicchia, anche se con buone prospettive di crescita, è quella rappresentata dalle realtà che operano nel segmento delle soluzioni di valutazione delle prestazioni individuali (5%), sia in rapporto alle competenze e aspettative individuali, sia in relazione alle esigenze dell’organizzazione.

La parola agli operatori

Il workshop è stato anche l’occasione per tre startup HR Tech di presentarsi al mercato, confermando in buona parte le tendenze evidenziate dall’Osservatorio. OfCourseMe è una piattaforma Made in Italy che aggrega e organizza le risorse formative disponibili online, per renderle facilmente navigabili e fruibili dal singolo dipendente. Oltre 250mila contenuti tra tutorial, podcast, TedEx e learning pills sono mappati, normalizzati e resi accessibili da un’unica interfaccia. Il motore di Artificial Intelligence permette di creare in pochi minuti un programma personalizzato di auto-formazione cui il lavoratore può accedere quando vuole. A confermare l’efficacia del modello la testimonianza di un’importante azienda della GDO che utilizza la tecnologia OfCourseMe da circa sei mesi all’interno del suo Learning Center. L’auto-formazione è gestita come add on rispetto alla tradizionale formazione in aula erogata negli headquarter. La piattaforma, battezzata internamente MyLearning+, è un sistema di autoapprendimento continuo dove ogni dipendente può scegliere liberamente il proprio palinsesto di corsi selezionando i contenuti che vuole. Al termine del percorso, il Curriculum Vitae viene aggiornato con l’indicazione dell’area di formazione completata.

Opera, invece, nell’area motivazionale Beaconforce, soluzione Made in USA che aiuta le aziende ad avere sempre il polso dell’engagement dei dipendenti. Il software è fruibile sia come App per smartphone sia come piattaforma Web. Impiega algoritmi di AI e Machine Learning integrati con i principi propri della psicologia comportamentale e delle neuroscienze, per comprendere quali sono gli elementi di criticità che minano il rapporto tra lavoratore e organizzazione. Il sistema suggerisce anche ai responsabili HR quali sono le aree su cui intervenire per migliorare il clima dell’organizzazione, la motivazione e l’engagement del dipendente.

Another Brick, infine, è un servizio in cloud erogato in modalità SaaS che mira a coinvolgere i dipendenti nel processo di change management dell’azienda – e nella digital transformation in particolare – attraverso una formazione coinvolgente e mirata, che sfrutta le leve della collaborazione e della competizione. La piattaforma permette ai team HR e IT di creare campagne di engagement che puntano a favorire lo sviluppo delle competenze digitali e la diffusione di modelli di lavoro più collaborativi aiutando anche a individuare più facilmente obiettivi, ambassador e strategie efficaci.

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