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Formazione: le 6 tendenze che guideranno le aziende nei prossimi dodici mesi

La formazione sempre più spesso è modellata sulle esigenze del singolo lavoratore e, per questo, necessita di nuove modalità di erogazione. Ecco una serie di spunti per rendere i percorsi formativi allineati alle nuove tendenza (anche tecnologiche)

Pubblicato il 19 Feb 2020

Iwka Janiszewska

Head of Education, Fluentify

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Già da tempo chi si occupa della gestione delle risorse umane all’interno delle aziende ha riconosciuto quanto la formazione nelle aziende sia leva fondamentale non solo per migliorare le competenze del personale, dando alle aziende un vantaggio vitale nel nostro mondo competitivo, ma anche per accrescere l’impegno e la lealtà dei dipendenti rendendoli parte del processo evolutivo dell’azienda. Una formazione che, sempre più spesso, è modellata sulla base delle esigenze del singolo lavoratore e che, per questo, necessita di nuove modalità di erogazione: dall’e-learning al mobile learning fino al ricorso a formule “blended” che prevedono sia l’interazione con tutor e docenti sia la fruizione di contenuti attraverso video, podcast presentazioni e articoli.

Avere il polso di quello che sta succedendo intorno al mondo della formazione in azienda è la base del nostro lavoro (Fluentify è un’azienda italiana che opera nel mondo della formazione linguistica, ndr.). Ecco perché per comprendere quali sono le tendenze formative derivanti dall’applicazione delle più moderne tecnologie nel mondo della formazione per questo 2020, abbiamo intervistato HR manager e dipendenti di alcune delle più importanti aziende italiane che sono state raccolte nel Fluentify Digital Training Trends 2020. Sono emerse sei tendenze.

1. Formazione come modo per coinvolgere i dipendenti nel cambiamento nelle aziende

Nell’era di TED Talks, video corsi online e lifestyle coach, i lavoratori sono costantemente alla ricerca di contenuti per accrescere il loro bagaglio di conoscenze e competenze. Le aziende che non soddisfano questo bisogno di apprendimento rischiano di perdere i loro dipendenti migliori e più brillanti, che favoriranno le realtà che hanno più a cuore lo sviluppo professionale dei dipendenti.

Secondo i dati 2019 del Fluentify Digital Transformation Survey, l’indagine condotta da Fluentify, sulla base di interviste rivolte agli HR Manager e a chi si occupa di formazione nelle aziende, la possibilità di costruire un percorso di formazione su misura e personalizzato che garantisca una continua crescita professionale è considerata dal 100% dei partecipanti un elemento che contribuisce positivamente alla fidelizzazione dell’azienda e dal 92% come leva per attrarre i talenti, al pari di altri fattori come stipendio adeguato, benefici aziendali e lavoro intelligente.

Ora, nel 2020, la propensione degli HR manager è quella di spingere questo concetto più in là utilizzando la formazione non solo come una leva per trattenere i talenti, ma anche come uno strumento di coinvolgimento, facendo sentire le persone parte del cambiamento.

Questo sentimento si riflette, ancora una volta, nei dati della survey che rilevano come la formazione aziendale sia considerata una priorità dall’80% degli HR manager, che la ritengono anche uno strumento per facilitare il cambiamento.

2. Formazione su misura

Un’altra grande tendenza per il 2020 è costituita dai piani di formazione personalizzati. Il management è sempre meno propenso a introdurre corsi di formazione standard su gruppi di persone, a favore di un’analisi più approfondita delle esigenze e delle indicazioni dei singoli dipendenti, progettando programmi di formazione personalizzati a livello individuale.

Anche i professionisti riconoscono il vantaggio delle lezioni individuali rispetto alle lezioni di gruppo. Interrogando i dipendenti delle aziende sul modo più efficace di condurre la formazione linguistica abbiamo riscontrato che solo l’1,5% degli intervistati predilige le lezioni di gruppo. Di contro, la maggioranza, il 66,4%, è più propenso a partecipare a lezioni brevi e individuali (di 30 minuti) o anche più lunghe, fino ad un massimo di un’ora nel 32% dei casi.

3. Classi flessibili e accessibili

I responsabili delle risorse umane sanno, per esperienza, che programmare la formazione a orari prestabiliti è insostenibile per molti dipendenti.

Flessibilità e accessibilità su quando e dove si svolge la formazione sono quindi fattori chiave. L’indagine che abbiamo condotto sulla trasformazione digitale nel mondo della formazione aziendale ha infatti evidenziato che per il 96% degli HR manager la flessibilità e l’accessibilità del servizio sono prioritarie. Queste priorità superano il costo stesso del servizio, ritenuto ancora importante dal 72% dei partecipanti all’indagine.

Questa priorità è evidenziata anche dalle preferenze di orario dichiarate dai dipendenti: mentre il 39% preferisce partecipare alle lezioni dopo l’orario di lavoro, il resto dei partecipanti si è espresso tra “prima del lavoro” (10%), “al mattino” (12,7%), “a pranzo” (12,4%), “nel pomeriggio” (12%) e “nel fine settimana” (13,4%).

Ciò dimostra che non c’è un momento giusto per fare formazione. Piuttosto, le lezioni devono rimanere flessibili e adattate al calendario dell’allievo.

4. Mobile learning

Il mobile learning – ovvero la possibilità di formarsi tramite dispositivi come laptop, tablet e telefoni cellulari – continua a crescere nei programmi di formazione aziendali. I vantaggi sono evidenti: a differenza del metodo in aula, l’m-learning è flessibile e accessibile, consentendo ai dipendenti di formarsi in base alla loro disponibilità, tanto che il 72% degli HR manager sostiene di essere in procinto di implementare progetti di m-learning, mentre un 16% esplora nuove soluzioni con l’intento di aumentare l’impegno dei dipendenti, come ad esempio il gaming.

5. Blended learning

Il blended learning unisce lezioni tenute dai tutor con altri contenuti come video lezioni, podcast, presentazioni e articoli. Si tratta di un sistema formativo considerato come il più efficace e il più efficiente attualmente disponibile dal 63,6% degli HR manager. La crescita della sua popolarità è legata al fatto che è un metodo più razionale in termini di costi, quando si tratta di formare un gran numero di dipendenti. Inoltre i programmi blended sono flessibili e facili da personalizzare dando la possibilità al dipendente, sotto la guida del formatore, di dedicarsi alla formazione di cui ha bisogno, studiando e ripassando ai propri ritmi ed evitando contenuti irrilevanti.

6. Formazione linguistica, l’inglese rimane in cima alla lista

Per quanto riguarda la formazione linguistica aziendale, il 100% degli HR manager considera l’inglese la lingua più importante che i dipendenti devono acquisire. Seguono il francese (32%), lo spagnolo (20%) e il tedesco (16%). Queste percentuali riflettono i principali paesi destinatari delle esportazioni italiane. Priorità che coincide anche con quella dei dipendenti espressa nel Fluentify B2B Language Survey 2020 seppure in un ordine diverso. Spagnolo, Francese e Tedesco, sono infatti, nell’ordine, le lingue più apprezzate.

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