INTERVISTA

Quix, da 20 anni consulenti tecnologici di fiducia delle eccellenze italiane

Sono più di 220 i clienti che si affidano all’azienda modenese per la digitalizzazione e automazione dei processi, realizzata con progetti Agile fortemente personalizzati che fanno leva su un approccio consulenziale ed elevate competenze di sviluppo. Claudio Masini, co founder e AD di Quix. “Il nostro obiettivo è creare un rapporto duraturo e basato sulla fiducia, risolvendo i problemi man mano che emergono”

Pubblicato il 27 Set 2021

Manuela Gianni

Direttrice, Digital4Executive

quix: concept di consulenza tecnologica

Nelle province di Modena e Bologna hanno sede numerose aziende d’eccellenza, alcuni brand noti del made in Italy, altre meno, come le tante manifatturiere del mondo del packaging. Ed è aiutando queste aziende a innovare, a digitalizzare e automatizzare i processi, affiancandole passo dopo passo nel percorso di crescita, che Quix si è conquistata in 20 anni di attività uno spazio di fiducia sempre più ampio come esperto tecnologico, consulente e partner per la digital transformation, ampliando via via il raggio d’azione. Oggi il team della società modenese è formato da 80 specialisti, i clienti sono oltre 220, perlopiù aziende medio grandi, e accanto alla competenza nello sviluppo di software, necessaria per personalizzare le soluzioni sulle esigenze dei singoli clienti, si è aggiunta una forte focalizzazione sulla piattaforma Salesforce, di cui Quix è partner. Il fil rouge che lega tutti i progetti su cui lavora Quix è il miglioramento dei processi aziendali, con un approccio che è prima di tutto consulenziale e vede nella tecnologia la “cura al problema”. La chiave del successo è proprio il rapporto di fiducia nel lungo periodo con i clienti, che è “coerente con la metodologia Agile che utilizziamo nei progetti”, come ci racconta Claudio Masini, co founder con altri quattro soci, e AD di Quix.

Qual è il collegamento fra la fiducia dei clienti e la metodologia Agile e come crea valore per i clienti?

Il nostro obiettivo è sempre creare un rapporto duraturo e basato sulla fiducia, aiutando i clienti nella digitalizzazione procedendo per gradi, risolvendo i problemi man mano che emergono. La metodologia Agile, basata su rilasci continui, permette di fermarsi, di accelerare, di cambiare le priorità rapidamente. Oggi il mondo funziona così. Le aziende che hanno più successo sono quelle che hanno saputo automatizzare e digitalizzare i processi che ruotano intorno ai clienti: significa poter scambiare documenti, avere sempre dati e informazioni al momento giusto, rendere i dipendenti più soddisfatti. In breve, fare meglio con meno risorse. Alcuni clienti si affidano a noi per risolvere un problema, altri hanno bisogno di tecnologie molto spinte e per loro realizziamo soluzioni innovative. Vediamo ancora tante attività fatte manualmente, senza sfruttare le opportunità che la tecnologia ci mette a disposizione. I manager, responsabili delle aree commerciale, produzione, post vendita, ci espongono necessità e problemi. Le analizziamo e troviamo la soluzione migliore. Solo dopo entra in campo la tecnologia, che non è mai il punto di partenza, ma la cura.

Può raccontare qualche progetto realizzato con questo approccio?

Sono moltissimi, e sono cresciuti nel tempo. Per Credem Banca abbiamo realizzato il chatbot Emilio, studiato per ottimizzare il servizio di help desk. È un percorso in continua evoluzione, che dura da 3 anni, che è partito dalla gestione delle richieste più comuni e migliora grazie all’intelligenza artificiale e alla conoscenza fornita dagli addetti stessi. Oggi il chatbot è in grado di riconoscere circa il 60% delle domande poste. Fornisce risposte testuali, reindirizzamenti automatici a documenti e comunicazioni dirette con uffici preposti. In caso sia necessario un supporto più approfondito, oltre che per le domande non riconosciute, la chat viene trasferita direttamente agli operatori. Abbiamo anche creato un sistema di reportistica che permette ai responsabili dell’help desk di capire quali sono i nuovi argomenti “caldi”, su cui per esempio attivare corsi di formazione.

Per una nota azienda del packaging, cliente da anni, abbiamo sviluppato i sistemi di raccolta dei dati delle macchine durante la produzione, oltre a un sistema di analisi e raccolta delle valutazioni dei dipendenti, una soluzione nata in Italia e poi promossa a livello worldwide, di cui siamo molto orgogliosi.

C’è poi il grande progetto Calzedonia, che ha coinvolto tutta la forza vendita sul territorio dei vari brand del gruppo: è una soluzione di raccolta e Data Visualization che permette ogni mattina agli area manager di capire l’andamento dei punti vendita e del prodotto.

Inoltre, abbiamo sviluppato un sistema di help desk centralizzato per la gestione da remoto di 4.800 punti vendita: se si rompe una cassa a Los Angeles, per fare un esempio, il sistema permette di attivare un partner locale e anche di gestire la movimentazione di spare-parts.

Per un noto brand della moda abbiamo sviluppato l’App per i tablet degli shop assistant, per fornire ai clienti un’esperienza personalizzata. Posso citare anche ManpowerGroup, l’azienda globale leader per le soluzioni innovative nel mondo del lavoro. Abbiamo creato un portale di gestione documentale, inclusi i CV, che comunica con tutte le filiali, anche questo replicato in altre country.

Poi abbiamo anche clienti di dimensioni più piccole.

Ad esempio?

Un progetto di cui vado orgoglioso, perché aiuta nella cura dei bambini, è quello di un’eccellenza italiana della ceramica attiva nel settore biomedico, che ha unito l’esperienza nei processi ceramici con i biomateriali e le bioscienze per creare soluzioni uniche di chirurgia rigenerativa. Li abbiamo aiutati creando un portale per gestire il processo: dalla TAC si crea un modello in 3D che viene visualizzato da tecnici e medici. La firma digitale con un clic permette al dottore di approvare la protesi. Anche questo è un progetto in continua evoluzione. Ora il processo è diventato più veloce, perché si utilizzano protesi standard: con l’Università di Ferrara abbiamo sviluppato un algoritmo per individuare la più adatta, attività che veniva svolta manualmente.

Dal 2019 siete partner Salesforce per i moduli Sales, Service & Marketing. Quali sono le vostre aspettative?

Il futuro è nelle piattaforme, e Salesforce è un sistema a 360 gradi, in grado di estendersi e personalizzare, per soddisfare ogni peculiarità. Ha tanti rivali sui singoli moduli, ma è l’unico che li ha integrati nella stessa piattaforma. Lo utilizziamo anche internamente.

In Quix siamo esperti di coding e sviluppo custom. Salesforce nasce low code, ma nei grandi progetti serve personalizzazione: credo che sia una perfetta convergenza. La partenza è stata graduale, perché per ottenere benefici dalla partnership occorre dimostrare di avere realizzato progetti di successo. Ma stiamo accelerando, abbiamo 3 grandi implementazioni che stiamo ampliando e stiamo già portando avanti un piano di assunzioni in vista della crescita.

Avete partnership con altre Big Tech?

Siamo agnostici, ma vicini al mondo Google, dall’hosting delle macchine fino ai motori di intelligenza artificiale, e in particolare il NLP (Natural Language Processing): vediamo che c’è un’evoluzione fortissima, è uno dei sistemi più utilizzati anche in italiano, e questo accelera la curva di apprendimento.

Per le soluzioni di firma digitale utilizziamo Docusign, che è leader in questo campo e molto semplice da utilizzare, in particolare per raccogliere firme distribuite, esempio raccolta ordini nei punti vendita.

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