Digital+People Evolution

Trasformazione digitale nelle PMI, il ruolo delle donne: una prospettiva innovativa inclusiva

In Lati, uno dei più importanti produttori europei di termoplastici tecnici per uso ingegneristico, i temi della diversity, dell’age at work, dell’occupabilità, del welfare e del benessere sono all’ordine del giorno. Michela Conterno e Laura Riva, rispettivamente CEO e Global HR Director di Lati, raccontano il percorso intrapreso che prevede anche iniziative di reverse induction, reskilling e job rotation

Pubblicato il 23 Set 2019

Laura Torretta*

Consulente di Trasformazione positiva CHO – Chief Happiness Officer - HR Innovation Manager - Counselor Organizzativo Sistemico Relazionale - Operatrice di Scienza del sè e respiro consapevole

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Siamo arrivati alla sesta tappa di questo viaggio attraverso sistemi organizzativi in evoluzione e oggi affronteremo il ruolo che (anche) le donne hanno nella trasformazione digitale. La diversity è al centro di questo dialogo, felice di incontrare e dare voce a Michela Conterno, CEO di Lati, e Laura Riva, Global HR Director di Lati, uno dei più importanti produttori europei di termoplastici tecnici per uso ingegneristico.

Una donna, CEO e proprietaria dell’azienda, l’innesto della terza generazione per gemmare nuovi frutti: innovazione in rosa?

In Lati siamo alla terza generazione, un evento eccezionale nella panoramica delle medie aziende italiane. Un gruppo di successo da oltre 70 anni dove ogni passaggio generazionale porta un nuovo rilancio nel rispetto delle radici e della tradizione. Sono entrata in un momento critico in un mercato non ancora maturo pronto ad accogliere la nuova trasformazione digitale per trovare maggiore efficacia e sviluppare ulteriormente il business in una logica di valore. Mi sono dedicata a due priorità strategiche: l’innovazione industriale e l’innovazione manageriale. Rispetto al primo punto abbiamo puntato a rivitalizzare l’offerta di prodotti ad alto contenuto tecnologico, potrei dire che la leadership femminile ha incluso l’attenzione all’ecosostenibilità ed ecocompatibilità, con l’obiettivo di consumare meno risorse ambientali e preservarle per le generazioni future. Ho pianificato anche investimenti per l’automazione e la digitalizzazione della fabbrica fino al 2026, anche qui il tocco femminile ha incluso tutti nell’evoluzione, cercando il modo migliore per rispettare i diversi tempi di adattamento e procedere con tolleranza e pazienza. I risultati ci hanno dato merito, la crescita umana e professionale dei miei dipendenti resta nel tempo un valore inalienabile.

Una donna che sceglie un’altra donna come Direttore HR al servizio di questa trasformazione: finalmente fuori dal dilemma tra efficienza ed efficacia? Quali priorità per le persone e l’organizzazione?

Ceo e Direzione HR sono un sistema spontaneo, ci ascoltiamo, dialoghiamo, negoziamo e collaboriamo mettendo i valori della leadership femminile al servizio della sostenibilità dell’organizzazione e delle persone. Noi donne, nel nostro ruolo, siamo molto attente a restare lucide e presenti, ad effettuare scelte consapevoli mediando impulso e pazienza, anche quando si tratta di trasformazione digitale. Un sistema che propone e fa rete sul territorio, capace di condividere le best pratice. La funzione HR come leva di change management, attenta a portare innovazione in rosa dove le dimensioni digitali si fondono con quelle sociali. Il percorso di sviluppo culturale è partito ed è in continuo miglioramento, sensibilizzazione e partecipazione sono valori centrali che agiamo con l’esempio quotidiano. Copriamo i temi della diversity, dell’age at work, dell’occupabilità, del welfare e del benessere attraverso tutte le funzioni e i livelli. Abbiamo disegnato un percorso sistemico con iniziative di reverse induction, reskilling e job rotation che danno senso e significato a tutti per uscire dallo schema limitante “si è sempre fatto così”, per creare nuovi spazi di incontro relazionale tra giovani e meno giovani. Il percorso ha richiesto strutturazione e lungimiranza, abbiamo adottato strumenti di intervento flessibili e come per ogni trasformazione abbiamo sperimentato, imparato, adattato.

Michela: tre caratteristiche fondamentali di un manager di una media azienda per far scattare la chimica con l’imprenditore…e perché

Flessibilità per potersi adattare a un mondo turbolento che cambia alla velocità della luce!

Creatività perché il change management richiede soluzioni innovative!

Trasversalità perché la logica dei silos è superata! e … per essere responsabili bisogna percorrere fino all’ultimo miglio!

Laura: tre caratteristiche fondamentali di un imprenditore di una media azienda per riuscire ad innestare managerialità…e perché

Capacità strategica e di visione per garantire il futuro della Società nel medio/lungo periodo.

Capacità di lavorare in team per coinvolgere i collaboratori verso obiettivi condivisi.

Capacità di delega per valorizzare al meglio le competenze professionali dei manager.

A fine intervista posso dire che la sintonia tra Michela e Laura si sente e i successi aziendali la testimoniano.

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